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Come si formano i ricordi? Ecco come funziona la memoria 

La memoria, con le sue molteplici sfaccettature, rappresenta uno degli aspetti più affascinanti e complessi del funzionamento del nostro cervello. Ogni volta che riflettiamo su un momento trascorso, sia esso un momento felice o triste, grazie ai ricordi possiamo rielaborare il nostro vissuto, per capire chi siamo e da dove veniamo, e pianificare i nostri passi in avanti, progettare il futuro. 

Ma cosa accade esattamente nel nostro cervello durante il processo di formazione di un ricordo? In questo articolo, approfondiremo il complesso processo di formazione della memoria, dal primo istante in cui riceviamo una nuova informazione, passando per le diverse fasi di elaborazione, fino al punto in cui un ricordo viene consolidato per essere ricordato a lungo termine.

  • Cos’è un ricordo?
  • La formazione dei ricordi: la fase di acquisizione
  • Il ruolo dell’ippocampo
  • Consolidamento e memorizzazione a lungo termine
  • Emozioni e ricordi: un legame indissolubile
  • Fattori esterni che influenzano la formazione dei ricordi
  • Cosa può andare storto? Dimenticanze e disturbi della memoria

Cos’è un ricordo?

Un ricordo, definito tecnicamente traccia mnestica, non è solamente una semplice traccia delle informazioni nel cervello. Esso rappresenta molto di più: è un insieme strutturato di informazioni, esperienze e sensazioni che il nostro cervello conserva. 

Quando pensiamo a un ricordo, non evochiamo solamente dati grezzi, ma piuttosto un’intera scena, spesso accompagnata da emozioni e sensazioni. Queste rappresentazioni mentali vengono codificate, elaborate, organizzate e, infine, rese pronte per essere recuperate.

I diversi tipi di memoria

Al fine di comprendere meglio il funzionamento della memoria umana, possiamo suddividere questa importante facoltà del nostro cervello in 5 diversi tipi di memoria: 

1) Episodica: richiama alla mente eventi o esperienze del passato, di solito legati a dati emotivi o sensoriali.

2) Semantica: la memorizzazione di notizie specifiche, come le nozioni scolastiche. 

3) Operativa: è la memoria “di lavoro”, anche chiamata “a breve termine” dove si accumulano temporaneamente le informazioni; mediamente riusciamo a trattenere dalle 5 alle 7 informazioni contemporaneamente.

4) Procedurale: è la memoria “fisica”. L’utilizzo di azioni apprese che non richiedono una rievocazione cosciente, come guidare o andare in bicicletta. 

5) Implicita: il recupero di ricordi inconsci che influiscono sul comportamento, come lo stimolo a evitare alcune persone o situazioni che, inconsciamente, ci ricordiamo essere per noi spiacevoli o traumatiche. 

La formazione dei ricordi: la fase di acquisizione

Ogni qualvolta viviamo un’esperienza, ascoltiamo una storia o apprendiamo nuove informazioni, milioni di neuroni nel nostro cervello si attivano. Questi neuroni creano connessioni sinaptiche tra di loro, dando vita a un “percorso sinaptico“, ovvero un modello di risposta a un nuovo stimolo. Questo percorso rappresenta la prima traccia del ricordo, la sua impronta iniziale, ancora fragile e pronta a essere rafforzata o dimenticata.

Il ruolo dell’ippocampo

L’ippocampo è una regione del cervello di fondamentale importanza quando parliamo di memoria. Questa struttura svolge un ruolo chiave nel triage delle informazioni: determina quali informazioni vanno memorizzate a lungo termine e quali possono essere scartate. 

Agisce come un centralino, ricevendo informazioni da diverse parti del cervello, elaborandole temporaneamente, e poi decidendo dove e come distribuire queste informazioni per la loro conservazione a lungo termine.

Consolidamento e memorizzazione a lungo termine

Dopo l’acquisizione, i ricordi non sono ancora fissi. Hanno infatti bisogno di un processo chiamato consolidamento per diventare stabili. Durante il consolidamento, le connessioni sinaptiche formate nella fase di acquisizione vengono rafforzate. 

Questo rafforzamento assicura che il ricordo possa essere mantenuto e recuperato anche dopo molto tempo. 

La memoria a lungo termine, quindi, rappresenta l’archivio definitivo dei nostri ricordi, dove vengono conservate le informazioni che il cervello ritiene più importanti.

Emozioni e ricordi: un legame indissolubile

Chi non ha mai provato un’ondata di emozioni riemergere all’odore di un profumo familiare o al suono di una vecchia canzone? Le emozioni sono strettamente legate ai ricordi. 

Infatti, le esperienze emotive, siano esse di gioia, tristezza, paura o eccitazione, hanno una maggiore probabilità di essere ricordate chiaramente. Questo perché le emozioni intensificano il processo di consolidamento, rendendo questi ricordi più profondi e duraturi.

Fattori esterni che influenzano la formazione dei ricordi

La formazione dei ricordi non è un processo isolato, influenzato solo dalle nostre esperienze interne. Molti fattori esterni, come la qualità del sonno, l’alimentazione, lo stress e l’ambiente circostante, possono avere un impatto significativo. 

Ad esempio, un adeguato riposo notturno potenzia il processo di consolidamento, mentre lo stress cronico può ostacolarlo.

Dimenticanze e disturbi della memoria

Sebbene la dimenticanza sia una parte normale e sana del funzionamento della memoria, esistono situazioni in cui la memoria può essere gravemente compromessa. 

Disturbi come l’Alzheimer, l’amnesia o altri problemi neurologici possono alterare la capacità di formare, conservare e recuperare i ricordi. Comprendere la normale formazione dei ricordi può fornire preziosi spunti su come affrontare e gestire queste condizioni.

E invece cosa succede quando non ti vengono le parole? Leggi il nostro approfondimento sull’anomia:

I ricordi rappresentano non solo il nostro legame con il passato, ma anche una bussola per il nostro futuro. Per questo motivo la memoria è una facoltà importante e delicata, cui funzionamento è radicato in profondità nei processi neurologici.

Normalmente i medici specialisti che si occupano di problemi della memoria sono il neurologo e il geriatra.

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