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Perché non mi vengono le parole? Anomia tra neurologia e psicologia

La nostra capacità di comunicare attraverso il linguaggio è ciò che ci distingue come esseri umani. Attraverso le parole costruiamo le nostre relazioni, gli affetti, entriamo a fare parte della società. Tuttavia, ci sono momenti in cui, per ragioni apparentemente inesplicabili, le parole sembrano sfuggirci. Questo fenomeno, noto come “anomia”, può avere origine da una serie di cause neurologiche e psicologiche.

Anomia: basi neurologiche

Il cervello gioca un ruolo cruciale nella nostra capacità di produrre e comprendere le parole. Vediamo le diverse regioni cerebrali coinvolte nel processo linguistico. 

Area di Broca: situata nella parte frontale inferiore dell’emisfero sinistro, l’area di Broca è fondamentale per la produzione del linguaggio. Questa regione gestisce la formazione di frasi e parole, controllando aspetti come la grammatica e la sintassi. Quando vi è un danno a questa zona, una persona potrebbe avere difficoltà a formare frasi correttamente, pur mantenendo la capacità di comprenderle.

Area di Wernicke: questa area si trova nella parte posteriore del lobo temporale, nell’emisfero sinistro. È essenziale per la comprensione del linguaggio. Una persona con un danno all’area di Wernicke potrebbe parlare fluentemente, ma le frasi prodotte potrebbero non avere senso, e potrebbero avere difficoltà a comprendere il linguaggio degli altri.

Fascicolo Arcuato: questa è una collezione di fibre nervose che connette l’Area di Broca all’Area di Wernicke. Il fascicolo arcuato consente una comunicazione fluida tra la produzione e la comprensione del linguaggio. Se interrotto, può contribuire all’anomia.

Ippocampo: sebbene non sia una regione primaria del linguaggio, l’ippocampo, situato profondamente nel lobo temporale, è cruciale per la memoria. Le parole e le frasi che conosciamo sono stoccate nella nostra memoria a lungo termine. Durante una conversazione, l’ippocampo aiuta a recuperare queste informazioni. Un malfunzionamento o un danno in questa zona può rendere difficile il recupero delle parole, contribuendo all’anomia.

Queste sono le aree principalmente coinvolte nella produzione del linguaggio. Il linguaggio però è una funzione cerebrale complessa che coinvolge molte aree oltre a quelle primarie. Ad esempio, le aree del cervello responsabili dell’elaborazione uditiva e visiva possono influenzare come percepiamo e produciamo il linguaggio. Inoltre, le regioni coinvolte nella regolazione delle emozioni, come l’amigdala e la corteccia prefrontale, possono influenzare la nostra capacità di comunicare, specialmente in situazioni emotivamente cariche.

Dal punto di vista neurologico, insomma, l’anomia non è semplicemente il risultato di un singolo “corto circuito” nel cervello. È l’esito di una disconnessione o di un malfunzionamento in una rete complessa di regioni e percorsi neurali responsabili della produzione e della comprensione del linguaggio. Quando queste connessioni sono compromesse a causa di fattori come invecchiamento, trauma, malattie neurologiche o altri fattori, possono sorgere difficoltà nel trovare le parole giuste al momento giusto.

Anomia: fattori psicologici

Al di là della neurologia, l’anomia può anche essere influenzata da una serie di fattori psicologici. Vediamo i principali. 

Stress e Ansia: essere in uno stato di elevato stress o ansia può ostacolare il nostro accesso alla memoria e, di conseguenza, alla nostra capacità di trovare le parole.

Distrazione: la presenza di stimoli esterni o di preoccupazioni interne può creare interferenza, rendendo difficile concentrarsi abbastanza da recuperare la parola desiderata.

Affaticamento: quando siamo stanchi, la nostra efficienza cognitiva diminuisce, rendendo più sfidante l’accesso alle parole.

Pressione sociale: la paura del giudizio o l’ansia da prestazione possono rendere difficile parlare con fluidità, specialmente in situazioni pubbliche o sconosciute.

Anomia come sintomo di patologie neurologiche

Se ogni tanto non vengono le parole non c’è da preoccuparsi: come abbiamo visto, può succedere per tanti fattori diversi. Se invece diventa un problema frequente, potrebbe essere il sintomo di una patologia neurologica. 

Afasia: questo disturbo del linguaggio, quando diventa cronico, può essere causato da lesioni cerebrali dovute a traumi, ictus o tumori.

Malattia di Alzheimer: l’anomia è uno dei sintomi precoci dell’Alzheimer e può progredire in modo significativo man mano che la malattia avanza.

Demenza frontotemporale: distintamente diversa dall’Alzheimer, anche questa forma di demenza può presentarsi con significative difficoltà linguistiche.

Sclerosi multipla: alcuni pazienti con sclerosi multipla possono sperimentare difficoltà nel linguaggio, inclusa l’anomia.

Nonostante episodi occasionali di anomia siano comuni, come detto, è però essenziale rivolgersi a uno specialista se:

  • Si sperimenta un aumento della frequenza di episodi di anomia.
  • Si manifestano altri sintomi neurologici, come perdita di memoria a breve termine, disorientamento o difficoltà motorie.
  • Ci sono cambiamenti nel comportamento o nella personalità che non possono essere spiegati da altri fattori.

Il fenomeno dell’anomia è complesso e multifattoriale. Mentre molte persone sperimentano occasionali “vuoti” nella memoria verbale a causa di fattori benigni come la stanchezza o lo stress, è fondamentale riconoscere quando questi episodi potrebbero indicare condizioni neurologiche più gravi. Con la comprensione e l’attenzione, possiamo garantire che le nostre capacità linguistiche siano mantenute al meglio e che qualsiasi problema sottostante sia prontamente affrontato. Il parere di uno specialista è sempre prezioso per fugare ogni dubbio e vivere serenamente la propria salute.

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