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Problematiche muscolo-scheletriche della spalla: valutazione e trattamento

Le patologie della spalla spesso portano il paziente a consultare uno specialista a causa di sintomi predominanti come dolore e rigidità. Un’accurata anamnesi e un esame clinico mirano a comprendere la storia clinica del paziente, individuando sintomi e possibili cause che hanno contribuito alla patologia.

Il percorso diagnostico e gli eventuali esami strumentali sono compito del medico specialista; successivamente, ove indicato, si attua la presa in carico riabilitativa da parte del Fisioterapista, con processi di valutazione funzionale e terapia.

La struttura del processo di valutazione funzionale

Il processo di valutazione del fisioterapista è composto da diversi passaggi fondamentali:

Anamnesi

La fase di anamnesi rappresenta un punto cruciale nell’analisi della condizione del paziente. Questo processo permette al fisioterapista di ottenere informazioni dettagliate sulla storia clinica del soggetto, permettendo di identificare con precisione i sintomi riferiti e di comprendere diversi aspetti che influenzano la condizione fisica.

L’età del paziente svolge un ruolo significativo nel determinare le possibili cause della problematica. Spesso, fornisce un’indicazione preliminare sulla natura dei disturbi muscolo-scheletrici. Ad esempio, un individuo più anziano potrebbe manifestare sintomi riconducibili all’usura legata all’età o a patologie degenerative come l’artrosi, mentre un giovane potrebbe essere più incline a traumi o lesioni acute.

Comprendere l’attività lavorativa e sportiva del paziente è fondamentale per valutare lo stress e le sollecitazioni a cui l’articolazione è stata sottoposta. Questo aspetto offre un’idea del livello di funzionalità abituale del soggetto e può aiutare a individuare movimenti ripetitivi o posture scorrette che possono aver contribuito ai sintomi presentati.

L’analisi delle caratteristiche del dolore è essenziale per identificare la sua natura e la sua origine. La localizzazione precisa del dolore, l’intensità, la frequenza e la tipologia (come dolore acuto, sordo, bruciante o lancinante) forniscono indizi importanti sulla possibile causa. Un dolore ben localizzato e riproducibile potrebbe indicare un coinvolgimento specifico di una struttura tendinea, mentre un dolore più diffuso potrebbe essere riferito ad altre strutture anatomiche.

La storia di traumi o infortuni precedenti è cruciale per valutare eventuali complicazioni o conseguenze gravi non necessariamente di competenza fisioterapica, come fratture, lussazioni o rotture tendinee. Questo aspetto aiuta a comprendere l’eventuale correlazione tra gli eventi traumatici passati e i sintomi attuali, fornendo indicazioni preziose sul possibile rischio di lesioni ricorrenti e sui tempi di recupero.

Comprendere l’atteggiamento del paziente nei confronti della terapia fisioterapica è infine fondamentale per il successo del trattamento. Questo aspetto include le aspettative del paziente, sia positive che negative, nei confronti dei trattamenti riabilitativi. Condividere con il paziente le modalità d’intervento e pianificare insieme gli obiettivi e i risultati da raggiungere favorisce una maggiore adesione al percorso terapeutico e migliora le prospettive di successo.

Esame obiettivo con test clinici

L’esame obiettivo con test clinici rappresenta una fase cruciale nella valutazione delle problematiche della spalla. Questo processo mira a identificare con precisione le possibili cause dei sintomi riportati dal paziente, utilizzando una serie di test e manovre specifiche.

Movimenti Attivi e Passivi

L’esame dei movimenti attivi e passivi della spalla rappresenta un aspetto cruciale nella valutazione fisioterapica delle problematiche muscolo-scheletriche di questa articolazione.

Nella fase dei movimenti attivi il paziente deve eseguire una serie di movimenti con la spalla, come sollevare il braccio lateralmente o portarlo in avanti. Durante questi movimenti, il fisioterapista osserva attentamente per individuare eventuali segni di dolore, limitazioni nella gamma di movimento o difficoltà nel completare le azioni in modo fluido e controllato.

Successivamente, il fisioterapista esegue questi stessi movimenti sulla spalla del paziente, senza l’apporto attivo di quest’ultimo. Questa fase consente di valutare se vi siano differenze significative tra i movimenti attivi eseguiti autonomamente dal paziente e quelli passivamente guidati dall’operatore. Si analizza se ci siano limitazioni, dolori o punti di blocco nella spalla che emergono solamente quando il movimento è eseguito senza l’impegno attivo del paziente.

Questo confronto tra i movimenti attivi, compiuti dal paziente, e quelli passivi, eseguiti dall’operatore, permette di comprendere meglio le eventuali limitazioni della spalla, identificando specifiche zone di dolore, limitazioni nella mobilità articolare o altre anomalie che potrebbero essere presenti, fornendo così un quadro più dettagliato e preciso delle condizioni dell’articolazione della spalla.

Test per l’esclusione di problemi specifici

La fase dei test per escludere specifiche patologie nella valutazione della spalla è fondamentale per identificare eventuali lesioni o problemi specifici che possono influenzare la funzionalità dell’articolazione. Questi test mirati consentono di escludere o individuare segni indicativi di lesioni tendinee, instabilità articolare o altri problemi strutturali indirizzando il trattamento o l’approfondimento diagnostico verso la causa specifica dei sintomi presentati dal paziente.

Test per lesioni alla cuffia dei rotatori

Questi test coinvolgono una serie di movimenti e manovre specifiche che mettono sotto stress i muscoli della cuffia dei rotatori. Tra i test più comuni vi è il Jobe test (Empty can test) per il muscolo sovraspinato, in cui il paziente solleva il braccio in una posizione simile a versare un bicchiere vuoto, e il test dell’External rotation lag, che coinvolge la resistenza del braccio in rotazione esterna. Altri test come il Belly Press test e il lift off test sono volti a valutare il muscolo sottoscapolare. Queste prove mirano a identificare eventuali lesioni o instabilità dei muscoli della cuffia dei rotatori.

Test per lesioni al labbro glenoideo

Test specifici come il Test di O’Brien, che coinvolge l’elevazione del braccio con una rotazione specifica e l’applicazione di pressione sulla spalla, e il Crank Test, che valuta la presenza di dolore o click durante la rotazione della spalla. Questi test aiutano a individuare eventuali danni al labbro glenoideo.

Test per l’instabilità da lussazione

Questi test comprendono manovre in cui il fisioterapista manipola la spalla del paziente per valutare la sua stabilità e la presenza di segni di lussazione o sintomi correlati. Test come Apprehension, il Relocation e il Release test sono finalizzati a rilevare segni di instabilità o lussazione della spalla.

Trattamento conservativo per il dolore e la rigidità di spalla

Il trattamento conservativo per alleviare il dolore e la rigidità della spalla si avvale di diverse strategie terapeutiche, mirate a migliorare la funzionalità articolare e a ridurre i sintomi.

Nelle fasi iniziali, vengono impiegate terapie manuali e fisiche mirate a migliorare la mobilità e a ridurre la tensione muscolare. Queste includono mobilizzazioni articolari, che aiutano a ripristinare la normale gamma di movimento, e terapie fisiche strumentali come onde d’urto o laserterapia, utili per ridurre l’infiammazione e migliorare la tolleranza ai movimenti.

Un punto cardine nel trattamento conservativo è l’inclusione di esercizi specifici per rafforzare i muscoli della spalla. Questi esercizi mirano a migliorare la stabilità articolare e a ridurre la tensione sui tessuti coinvolti, consentendo una migliore gestione dei carichi e un recupero più rapido. Possono comprendere esercizi a corpo libero o con l’ausilio di elastici a resistenza graduata e manubri, personalizzati in base alle capacità e alle esigenze del paziente o esercizi di rinforzo e stabilizzazione guidati manualmente dal Fisioterapista, secondo metodiche specifiche.

Durante tutto il processo riabilitativo, viene posta un’importante enfasi sull’educazione del paziente riguardo alla corretta esecuzione degli esercizi anche a domicilio, in sua assenza. Ciò favorisce un coinvolgimento attivo del paziente nel proprio percorso di recupero, aumentando l’aderenza al trattamento e ottimizzando i risultati. E un ulteriore aspetto cruciale del trattamento conservativo è la valutazione continua dei progressi del paziente. Questo consente al fisioterapista di adattare il programma di trattamento in base alla risposta individuale, modificando gli esercizi, le terapie manuali o aggiungendo nuove strategie terapeutiche per massimizzare i risultati.

Terapie mediche e chirurgia

La gestione terapeutica delle problematiche della spalla può coinvolgere diverse opzioni, che vanno dalle terapie conservative, al recupero post chirurgico o post traumatico, alle opzioni più invasive come la chirurgia.

  • Le terapie conservative sono spesso considerate come primo approccio nel trattamento delle patologie della spalla: mirano a ridurre il dolore, migliorare la funzionalità e favorire il recupero senza interventi invasivi
  • La terapia farmacologica include l’uso di farmaci come gli analgesici per il controllo del dolore, gli antinfiammatori non steroidei (FANS) per ridurre l’infiammazione, e in alcuni casi, i miorilassanti per alleviare la tensione muscolare. 
  • La terapia fisica comprende tecniche come la terapia manuale, le mobilizzazioni articolari, l’applicazione di ultrasuoni, onde d’urto, pompa diamagnetica, tecarterapia, laserterapia, finalizzate a ridurre il dolore e la flogosi e migliorare la mobilità articolare.
  • Gli esercizi terapeutici sono fondamentali per il rinforzo muscolare e il miglioramento della stabilità articolare: questi esercizi sono mirati a potenziare i muscoli coinvolti nella spalla, recuperare limitazioni articolari e ripristinare la funzionalità.

Nell’eventuale post intervento, è fondamentale un adeguato programma di riabilitazione post-operatoria o post-trattamento per ottimizzare i risultati e il recupero. La fisioterapia continuativa e la costante collaborazione tra il paziente e il team medico sono essenziali per massimizzare la funzionalità della spalla e prevenire recidive.

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