La prevenzione non è solo una pratica individuale virtuosa, ma è anche uno degli elementi portanti l’intero sistema sanitario: è infatti grazie alla prevenzione che si può ridurre l’incidenza di malattie gravi, che sono un rischio per gli individui e mettono a dura prova il sistema.
Tecnicamente, però, si parla di diversi livelli di prevenzione. Scopriamo perché e come questi concetti influiscano nella pianificazione delle prestazioni.
- La medicina preventiva
- Prevenzione primaria
- Prevenzione secondaria
- Prevenzione terziaria
Cos’è la medicina preventiva
La prevenzione, in sanità, è il complesso delle misure utili a prevenire la comparsa, la diffusione e la progressione delle malattie nonché il determinarsi di danni irreversibili quando la malattia è in atto, con l’obiettivo di promuovere il più alto livello di benessere psicofisico individuale e collettivo.
La medicina preventiva mira a individuare i possibili problemi di salute prima che si presentino, attraverso un’attenta attività personalizzata di screening ed educando i pazienti a comportamenti sani. Quella della prevenzione è una vera e propria cultura, da diffondere e rafforzare.
I benefici che nascono da una medicina basata sulla prevenzione possono giovare chiunque, sia a livello individuale che sistemico. Tuttavia l’età compresa tra i 40 e 70 anni è quella più esposta all’insorgenza di malattie croniche, laddove quindi, la prevenzione può giocare veramente un ruolo di grandissima importanza.
Esistono tre livelli di prevenzione.
Prevenzione primaria
La prevenzione primaria mira a promuovere e diffondere politiche di educazione e formazione alla prevenzione stessa, guidando i pazienti ad adottare uno stile di vita corretto, una sana alimentazione e abitudini che riducano la possibilità di malattie favorite da comportamenti sbagliati.
Tutte quelle azioni di informazione e sensibilizzazione che vengono messe in campo da istituzioni e medici sono, di fatto, pratiche di prevenzione primaria. Anche le vaccinazioni, che prevengono l’insorgere di malattie infettive, sono da considerarsi strumenti di prevenzione primaria.
Prevenzione secondaria
La prevenzione secondaria si riferisce invece a tutte le pratiche di diagnosi precoce di una certa malattia. La diagnosi, secondo una visione classica della medicina, serve per identificare la malattia a partire dai segni e sintomi, per poi passare all’attuazione della terapia.
Nella medicina preventiva, invece, il concetto di diagnosi è stato ampliato al fine di riconoscere la malattia fin dai suoi primissimi segnali: quelli, cioè, che ancora non si sviluppano come veri e propri sintomi e dunque non allarmano l’individuo, ma che possono essere il chiaro segnale dell’inizio di una malattia.
Lo strumento più importante nell’ambito della prevenzione secondaria è lo screening, cioè un protocollo di diagnosi applicato su larga scala a livello di una popolazione per scovare in anticipo la presenza di patologie. Riconoscere precocemente le patologie è fondamentale per attuare percorsi terapeutici davvero efficaci e scongiurare un aggravarsi della malattia.
Prevenzione terziaria
La prevenzione terziaria identifica i protocolli di prevenzione attuati in seguito alla diagnosi e alla cura della patologia, al fine di contrastare cronicizzazione e recidiva.
La prevenzione terziaria non mira dunque a rintracciare la patologia in sé, quanto piuttosto a leggerne per tempo l’evoluzione al fine di evitare complicanze, a ridurre la mortalità, a gestire i possibili deficit fisiologici che il decorso clinico ha causato: protocolli fisioterapici, follow up e esami periodici sono tutte pratiche importanti in questo quadro.
Presso i centri di cura Villa Gemma e Villa Barbarano le nostro équipe mediche specialistiche mettono la prevenzione al centro del proprio progetto. Per questo abbiamo sviluppato molteplici piani di check-up, su misura delle esigenze dei nostri pazienti. Scopri di più sulla pagina dedicata