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Ischemia: fattori di rischio e prevenzione dell’attacco ischemico

Ischemia: fattori di rischio e prevenzione dell’attacco ischemico

Il TIA (attacco ischemico transitorio), comunemente chiamato attacco ischemico, è una condizione caratterizzata da un’interruzione temporanea e reversibile dell’afflusso di sangue in una zona del cervello, determinante una carenza di ossigeno, dunque, il blocco dell’attività cerebrale dell’area interessata.

Scopriamo cos’è l’ischemia e come prevenirla, in questo articolo a cura dei nostri specialisti.

Cos’è un’ischemia?

L’ischemia è causata dal blocco del flusso sanguigno nelle arterie carotidi o nell’arteria basilare, che vengono ostruite da un coagulo di sangue o da una stenosi dei vasi (un restringimento) dovuta alla presenza di placche aterosclerotiche (colesterolo LDL). Generalmente il TIA ha un decorso breve, dura da alcuni minuti ad un’ora, e non causa danni irreversibili.

Sintomi dell’ischemia

L’ischemia non è preceduta da avvisaglie, ma l’attacco ischemico dà alcuni disagi riconoscibili, come:

  • afasia, dunque difficoltà nella locuzione e nella comprensione del linguaggio degli altri
  • problemi motori come intorpidimento e/o paralisi di un lato del corpo
  • difficoltà nel compiere movimenti e nel mantenere l’equilibrio
  • ipoestesia, dunque diminuzione della sensibilità
  • diminuzione della vista, offuscamento e vertigini

Differenza tra ischemia e ictus

Se l’ischemia oltrepassa le 24 ore ci si trova in condizioni di ictus, l’attacco ischemico è infatti anche chiamato mini-ictus. I fastidi presentati dall’attacco ischemico sono associabili a quelli dell’ictus, di cui è infatti solitamente un preavviso.

La condizione si crea nel momento in cui le arterie che forniscono l’irrorazione sanguigna nel cervello subiscono un’interruzione per cui il cervello non riceve più un’adeguata quantità di sangue e perde abilità nel compiere alcune funzioni fisiologiche. Questo blocco della circolazione origina generalmente o dalla presenza di un coagulo di sangue che si forma in altre zone del corpo e raggiunge, solo in seguito, embolizzando, anche i vasi sanguigni cerebrali, oppure da occlusione dei vasi che forniscono sangue al cervello per la formazione di una placca aterosclerotica . Può, oltretutto, essere causato da un’emorragia celebrale che in ogni caso non consente al tessuto di essere rifornito del necessario nutrimento.

Ischemia: fattori di rischio

Una interruzione del flusso ematico cerebrale si viene a formare nel momento in cui il lume di una arteria viene ristretto progressivamente o ostruito a causa di un accumulo di  colesterolo LDL , segno della condizione che prende il nome di aterosclerosi, prevalentemente localizzata a livello delle arterie carotidi. Le placche aterosclerotiche oltre a restringere il vaso sanguigno possono rompersi  e dare emboli che bloccano la circolazione in vasi sanguigni più piccoli. 

Più raramente l’ ischemia cerebrale si può presentare in alcuni casi  di pervietà del forame ovale. 

Diversi fattori contribuiscono alla restrizione fisiologica delle arterie e tra questi troviamo:

  • l’età (la frequenza aumenta dopo i 60 anni)
  • il fumo
  • l’ipertensione arteriosa
  • dieta scorretta che porta a obesità e alti livelli di colesterolo LDL
  • diabete
  • abuso di alcol

Da segnalare, tra i possibili fattori di rischio per l’ischemia, la presenza di alcune patologie. Tra queste la fibrillazione atriale, che infatti potrebbe determinare la formazione di coaguli nelle camere cardiache che vengono poi espulsi e rimangono intrappolati nei vasi sanguigni irroranti il cervello.

Infine, una patologia che concorre certamente alla formazione di un coagulo è l’anemia falciforme poiché è caratterizzata dalla presenza di globuli rossi anomali, a forma di falce, che hanno una probabilità più alta di incastrarsi nei vasi sanguigni e ne ostacolano il flusso di sangue.

Come prevenire l’ischemia cerebrale

Le misure di prevenzione di questa malattia sono suddivise in tre categorie in base al grado di rischio in cui ci si trova.

La prevenzione primaria riguarda il mantenimento del controllo dei fattori di rischio che possono essere modificati attraverso alcuni accorgimenti sulla vita quotidiana: l’assunzione di uno stile di vita sano compreso di una dieta equilibrata, ricca di alimenti antiossidanti e povera di grassi, l’astensione dal fumo di sigaretta e la pratica di attività fisica regolare; oltre alla riduzione di condizioni di ansia e stress.

Per quanto riguarda la prevenzionesecondariapossiamo intervenire in seguito ad una diagnosi precoce dei fattori di rischio, in caso di predisposizione alla patologia, attraverso una cura e/o correzione di tipo sia farmacologico, che chirurgico, che comportamentale. I controlli devono essere fatti periodicamente soprattutto in caso di predisposizione relativa all’età o all’assetto genetico.

Infine, la prevenzione terziaria viene messa in pratica nel momento in cui si è stati colpiti da un TIA per evitare di incorrere nell’ictus, attraverso un intervento chirurgico, una scrupolosa attenzione nelle abitudini e comportamenti quotidiani e una cura farmacologica.

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